Presidente dell’Avis della C.M. Grand Combin e recente donatrice di sangue placentare da cordone ombelicale “Sono venuta a conoscenza della possibilità da parte delle neo-mamme di donare il sangue placentare da cordone ombelicale, in occasione del referendum indetto a giugno del 2005 in tema di sperimentazione di cellule embrionali. Da quel momento ho sempre desiderato poter effettuare questo tipo di donazione nel caso in cui avessi avuto la gioia di poter diventare mamma. Lo scorso anno, qualche mese prima che mia sorella partorisse per la seconda volta, mi fece leggere una lettera ricevuta dall’ASL con la quale veniva informata del fatto che anche in Valle d’Aosta vi era la possibilità di poter donare il sangue placentare e anche in quell’occasione ho continuato a sostenere la mia volontà di poterlo fare in futuro quando sarebbe stato il mio turno. Durante tutta la mia gravidanza ho pensato spesso al fatto di donare il sangue placentare del cordone ombelicale che mi legava alla mia piccola, e ne sono sempre stata convinta di farlo fino al giorno del parto quando finalmente ho effettuato la donazione. Nel frattempo mi sono informata tramite siti web o riviste che trattavano l’argomento perché, qui in Valle, non se ne parlava molto. Ho assistito anche alla serata organizzata a fine gennaio di quest’anno, presso il palazzo regionale, dove sono intervenuti diversi medici che hanno cercato di dare alcune informazioni. Poi, quando ho iniziato a frequentare il corso di preparazione al parto, nella bacheca davanti alla sala dove si svolgeva il corso, ho letto che per informazioni e adesioni bisognava contattare un’ostetrica chiamando un certo numero di telefono, in determinati orari.....e così ho fatto! Ho preso l’appuntamento in una data successiva all’effettuazione degli ultimi esami che prescrivono prima della data presunta del parto e con gli esiti in mano mi sono presentata all’appuntamento accompagnata da mio marito, perché è necessario che anche il padre del nascituro acconsenta al prelievo del sangue placentare. Durante l’incontro con l’ostetrica al Beauregard, mi sono state fatte diverse domande sul mio stato di salute e sui miei comportamenti di vita. Molte delle domande sono assolutamente simili a quelle del questionario da compilare in occasione della donazione del sangue. Dopo il mio colloquio è toccato a mio marito rispondere alle stesse domande. Alcune domande si riferivano, in particolare, ai miei genitori, ai genitori di mio marito e ad eventuali fratelli e sorelle, sia miei che suoi. Dopo il colloquio, l’ostetrica ha provveduto ad iscrivermi nel registro delle aspiranti donatrici di sangue placentare da cordone ombelicale, pregando mio marito di ricordarlo appena prima del parto (è meglio affidare al marito tale incombenza perché, molto probabilmente, la mamma è in altre faccende… affaccendata!). Il giorno del ricovero al Beauregard e il giorno del parto, abbiamo fatto presente alle ostetriche di turno la nostra intenzione di effettuare la donazione del sangue placentare da cordone ombelicale ed, infine, dopo aver dato alla luce la mia piccola Charlène, l’ostetrica ha provveduto al taglio del cordone e al successivo prelievo del sangue ivi contenuto. Tutto qui… Aver potuto effettuare la donazione del sangue placentare da cordone ombelicale, è stata una bella soddisfazione perchè ho potuto fare una cosa a cui tenevo e perchè so che contribuirò ad aiutare qualcuno in difficoltà.“ E brava Annie! Ti ringraziamo di cuore e con noi tutte le potenziali mamme che, pur fermamente intenzionate a farlo, nutrivano qualche perplessità e relativi dubbi sulle modalità della donazione. Crediamo che valga di più la tua testimonianza diretta di cento serate a palazzo regionale! Grazie ancora, Annie, soprattutto a nome di coloro che potranno usufruire del tuo generoso gesto.
Per avere più informazioni sulla donazione del cordone ombelicale www.adisco.it