Il Presidente Briola: «Un primo passo verso il rafforzamento del personale sanitario per le attività trasfusionali»
I centri di raccolta sangue ed emocomponenti potranno contare sull’attività volontaria e gratuita di laureati e specializzandi in medicina. La Camera dei deputati ha infatti approvato in via definitiva il decreto “Sostegni ter” che, oltre ai contributi da stanziare alle Regioni per le spese sostenute durante l’emergenza pandemica, contiene anche l’emendamento presentato dalla Senatrice Paola Boldrini.
Nella fattispecie, il testo approvato recita così: “All’articolo 19, comma 11, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: ‘‘fatte salve le disposizioni del d.lgs 17 agosto 1999 n.368, essi possono altresì prestare, al di fuori dell’orario dedicato alla formazione specialistica e fermo restando l’assolvimento degli obblighi formativi, la propria collaborazione volontaria a titolo gratuito ed occasionale, al di fuori dell’orario dedicato alle attività formative agli enti e alle associazioni che, senza scopo di lucro, svolgono attività di raccolta di sangue ed emocomponenti sulla base di convenzioni stipulate con le regioni o con gli enti del Servizio sanitario nazionale. Le modalità e i limiti per la prestazione dell’attività di cui al precedente periodo sono stabiliti mediante regolamento adottato con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’università e della ricerca e il Ministro dell’economia e delle finanze”.
Quello della carenza di personale all’interno del settore trasfusionale è un tema su cui da diversi mesi AVIS Nazionale stava cercando di tenere alta l’attenzione. Si erano spesso ripetuti gli appelli alle istituzioni, anche alla luce dei cali della raccolta registrati per effetto del Covid. Oggi l’ok della Camera al testo che, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è diventato legge a tutti gli effetti: «È una notizia molto importante per la quale devo prima di tutto ringraziare la Senatrice Boldrini e il Sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, con i quali abbiamo avuto e stiamo continuando ad avere un fitto e proficuo confronto su questo tema – ha dichiarato il presidente Gianpietro Briola – Aver ottenuto la fiducia del Parlamento e del Governo significa che le problematiche sollevate da AVIS erano reali e concrete e, grazie a un lavoro sinergico con le istituzioni e attraverso le proposte presentate anche da numerosi parlamentari di diversi gruppi politici, siamo riusciti a trovare una soluzione. Tuttavia, per noi questo è solo il primo passo di un percorso che dovrà portare a un ulteriore rafforzamento delle figure sanitarie impegnate nelle attività trasfusionali. Questo settore deve diventare appetibile come lo sono altre branche della medicina, solo così riusciremo a tutelare i donatori e soddisfare le esigenze dei malati, evitando il rinvio degli appuntamenti già fissati e l’allontanamento delle persone dalla donazione».